Sventrando Gerusalemme
Si estendono
gli scavi di Israele
Da: Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. 8 febbraio 2012
Da: Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. 8 febbraio 2012
La Fondazione al-Aqsa per il patrimonio storico-religioso ha informato sulle ultime manovre dell’Autorità israeliana per le antichità.
“Israele ha avviato lavori di scavo di gallerie e di prolungamento al di sotto di ‘Grotta al-Kittan’, nella Città Vecchia. Qui ha promosso anche celebrazioni talmudiche”.
“L’intenzione di Israele – si legge nella dichiarazione della Fondazione – è collegare Grotta al-Kittan con l’area sottostante la moschea di al-Aqsa da entrambe le direzioni e attraverso un sistema di gallerie sotterranee”.
“Inoltre, le autorità d’occupazione israeliane pianificano di mettere in collegamento anche l’area nei pressi della “Porta di Erode”, uno degli ingressi storici principali alla Città Vecchia. Quest’operazione richiede la spaccatura della roccia e colate di cemento.
“Insieme agli incontri e alle feste rese possibili in questi sotterranei, Israele organizza visite guidate per turisti nelle quali si esaltano i riferimenti storici all’ebraismo che qui vi colloca la ‘Cava di Zedkia’. (…) L’obiettivo israeliano è anzitutto annientare l’identità della storia islamica ad al-Quds (Gerusalemme)”, affermano dalla Fondazione.
Oltre a questo, viene lanciato “l’allarme colonizzazione” nel cuore del quartiere armeno di Gerusalemme.
L’area, di proprietà del monastero armeno, occupa una superfice di circa 4 ettari.
I residenti sono testimoni di frequenti divieti d’accesso all’area e allo stesso monastero, e non mancano episodi nei quali Israele ha imposto multe, di 50dollari, per aver sostato nell’area in questione.
Dall’anno dell’occupazione israeliana, nel 1967, il quartiere è considerato da Israele un’estensione del quartiere ebraico. E’ adiacente a Bab al-Mugharibah e alla moschea di Al-Aqsa.
Israele pianifica un ampliamento del quartiere ebraico con edifici, zone commerciali e un parcheggio fino a 600 posti auto su un’area di 18mila m3 alla quale le gallerie sotterranee faranno da collegamento dai vari lati della Città Vecchia.
Queste operazioni implicano la confisca forzata delle proprietà palestinesi, islamiche e cristiane, e la cancellazione del relativo patrimonio storico, artistico e religioso.
La stessa architettura è sottoposta a trasformazione al fine di disorientare il pellegrino o il turista, i cui punti di riferimento, fino ad oggi, sono stati principalmente la moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia.
“Israele ha avviato lavori di scavo di gallerie e di prolungamento al di sotto di ‘Grotta al-Kittan’, nella Città Vecchia. Qui ha promosso anche celebrazioni talmudiche”.
“L’intenzione di Israele – si legge nella dichiarazione della Fondazione – è collegare Grotta al-Kittan con l’area sottostante la moschea di al-Aqsa da entrambe le direzioni e attraverso un sistema di gallerie sotterranee”.
“Inoltre, le autorità d’occupazione israeliane pianificano di mettere in collegamento anche l’area nei pressi della “Porta di Erode”, uno degli ingressi storici principali alla Città Vecchia. Quest’operazione richiede la spaccatura della roccia e colate di cemento.
“Insieme agli incontri e alle feste rese possibili in questi sotterranei, Israele organizza visite guidate per turisti nelle quali si esaltano i riferimenti storici all’ebraismo che qui vi colloca la ‘Cava di Zedkia’. (…) L’obiettivo israeliano è anzitutto annientare l’identità della storia islamica ad al-Quds (Gerusalemme)”, affermano dalla Fondazione.
Oltre a questo, viene lanciato “l’allarme colonizzazione” nel cuore del quartiere armeno di Gerusalemme.
L’area, di proprietà del monastero armeno, occupa una superfice di circa 4 ettari.
I residenti sono testimoni di frequenti divieti d’accesso all’area e allo stesso monastero, e non mancano episodi nei quali Israele ha imposto multe, di 50dollari, per aver sostato nell’area in questione.
Dall’anno dell’occupazione israeliana, nel 1967, il quartiere è considerato da Israele un’estensione del quartiere ebraico. E’ adiacente a Bab al-Mugharibah e alla moschea di Al-Aqsa.
Israele pianifica un ampliamento del quartiere ebraico con edifici, zone commerciali e un parcheggio fino a 600 posti auto su un’area di 18mila m3 alla quale le gallerie sotterranee faranno da collegamento dai vari lati della Città Vecchia.
Queste operazioni implicano la confisca forzata delle proprietà palestinesi, islamiche e cristiane, e la cancellazione del relativo patrimonio storico, artistico e religioso.
La stessa architettura è sottoposta a trasformazione al fine di disorientare il pellegrino o il turista, i cui punti di riferimento, fino ad oggi, sono stati principalmente la moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia.
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